Uno scrittore, un conduttore di talk-show ed una giornalista, per passare una piacevole e riposante serate, partecipano ad uno spettacolo dell’ultimo momento. Con loro una biogeologa dall’aria piuttosto seria e rigida. Lo spettacolo è un circo sotterraneo chiamato “Il Teatro del Sogno Notturno”. I nostri entreranno in una serie infinita di stanze: in ogni stanza una visione, una magia, un dramma; tra attori che ricordano personaggi di vecchie serie tv, che interpretano mostri vittoriani o sembrano cantanti rock, fino all’ultima stanza dove un desiderio verrà esaudito. “MA ATTENTI A QUELLO CHE DESIDERATE!”.
Finalmente in Italia una nuova opera del Maestro dei Sogni: Neil Gaiman.
Il volume, edito da Magic Press, si presenta in un’edizione pregiata: con copertina rigida e dal design elegante, carta di qualità, una rilegatura robusta.
La storia non manca di affascinare il lettore che, come nelle migliori opere di Gaiman, viene proiettato in un mondo tanto verosimile quanto è inquietante l’assurdo che lo invade. Con strizzate d’occhio sia alla cultura pop che a quella più classica. Il tutto amalgamato da una narrazione tipicamente anglosassone marchio di fabbrica dell’autore.
Nonostante le ottime premesse e i nomi in gioco, non dimentichiamo che la parte grafica è affidata a Michael Zulli (!) già collaboratore di Gaiman in
the Sandman e
L’Ultima Tentazione, il tutto non regge. E il punto del problema sta proprio nei credits:
Storia di
Neil Gaiman
Disegni di
Michael Zulli
Adattamento di
Todd Klein
Il fumetto che abbiamo in mano non ha, quindi, la sceneggiatura di Gaiman ma è l’adattamento di un suo racconto. Il risultato è la riprova di quanto una storia abbia bisogno del giusto mezzo per raccontarla e che il passaggio da una forma ad un’altra non è così scontata. La scrittura di Gaiman è nota per la sua essenzialità, nessuna parola (o vignetta) è di troppo. Gioca sulla semplicità e la leggerezza. Come un moderno Michelangelo toglie dal marmo della narrazione ogni parola di troppo. Il risultato che ne ricava è ben più del materiale di partenza. Purtroppo, nel passaggio da racconto a fumetto, tutto questo si perde. La troppa didascalità delle vignette rende ridondante e pesante il racconto. La narrazione in prima persona non regge e ne risulta forzata.
In tutto questo ne sembrano risentire anche i disegni, che si ritrovano quasi a volersi ritagliare un posto nell’ingombro delle parole. In oltre da una vignetta all’altra non mantengono sempre la loro qualità, in un sali e scendi di immagini maestosamente oniriche a figure solo abbozzate.
Todd Klein, sicuramente non un novellino acerbo, esegue il suo compito con serietà e una certa dose di mestiere. Ma non basta e il fumetto non spicca il volo come ci si sarebbe aspettati.
Di adattamenti delle proprie opere Gaiman ne ha già avuti ma, se non si hanno le capacità di un Russel, ma anche di un Carrey, non sempre una buona storia basta.
Se dunque dovete ancora immergervi fino al collo nelle opere Mr. Sandman (fortunati voi) potete aspettare a recuperare questo volume e dedicarvi ad opere ben più di spessore. Nel caso invece foste in crisi d’astinenza da lettura Gaimaniana (e qui alzo la mano) sappiate a cosa andate in contro e che, forse, le 56 pagine non varranno i dodici euro e mezzo del libro.
Lo staff ringrazia StudioPazzia per la recensione del volume e, più in generale, per la preziosa collaborazione.